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Corsa alla Bit Generation

Verso la disintermediazione finanziaria: una nuova regolamentazione, per la nuova distribuzione del mondo millennial

Articolo pubblicato su V+ Magazine n.45

Siamo ormai entrati, o meglio ci troviamo immersi nel mondo digital. Un mondo che non sostituisce quello naturale, è semplicemente un mondo che aggiunge un’altra dimensione, oltre allo spazio al tempo, la dimensione digitale. Un mondo oltretutto in continua crescita dimensionale e di cui nessuno conosce i limiti, semplicemente perché… non ci sono (basti guardare quanto stanno crescendo continuamente!).

La mania sono poi i big data, che ogni anno sono il doppio di tutti quelli prodotti negli anni precedenti, tanto che potremmo definirli entropia digitale – o, in altre parole, “(dis) organizzazione digitale” .

In questo nuovo universo, che evoluzione avrà in particolare il fare banca? Il banking già viene sempre più definito FinTech, cioè fusione di finanza e tecnologia. Neologismo in cui la parte Tech è la produzione e consumo dei big data, e Fin sta (ovviamente) per finanza: che significa regolamentazione, controllo, regole del gioco, ordine… In poche parole: c’è urgente necessità di un nuovo diritto, di nuove normative. Ma i cosiddetti regulator, cioè le autorità preposte alla regolamentazione, sono consapevoli del nuovo universo generato da questo nuovo “big bang”? E’ un tema che ci riguarda da vicino, perché impatta già e impatterà sempre più sulle realtà bancarie e finanziarie – anche come distribuzione.

In Italia, la voce Consob

Per capire cosa sta succedendo prendiamo spunto dall’intervento di Giuseppe Vegas, presidente Consob, nell’ambito della relazione annuale sull’attività svolta, sulle questioni in corso e sugli indirizzi e linee programmatiche che la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa intende seguire. Secondo una delle massime autorità che dettano le normative, i regulator hanno necessariamente il dovere di adeguare, innovare, pensare al diritto e alle norme non con mentalità e modalità classica, ma digital. Sicuramente non atteggiamento di chiusura, o di retroguardia! Urge quindi una nuova regulation (o forse meglio dire una finregulation), se vogliono e devono farlo, se vogliono tutelare i risparmiatori. Il mondo FinTech è una onda lunga sempre crescente, e va normata non pensando di fermarla bensì di regolamentarla: e subito, senza arrivare tardi ed essere loro stessi travolti. Perché il mondo Tech sta già influenzando il mondo finanziario e l’imminente futuro sara solo FinTech.

“Tempus fugit”: vale anche qui Ma i regulator attuali hanno la consapevolezza di ciò? Direi di sì. Ma gli attuali strumenti e approcci sono adeguati? No, questo no. Va ripensato il diritto: i diritti e i doveri dei nuovi e futuri abitanti (e clienti, e investitori) di questo mondo, cioè i Millennial. Le normative sono indietro, e di parecchio, rispetto alla tecnologia; serve una velocissima accelerazione per adeguarsi cambiamento. Sappiamo che i tempi del legiferare sono sempre più lenti rispetto a quelli della società, ma non deve essere una scusa. È ovvio che i regulator non possono essere lasciati soli e per di più senza strumenti adatti: è necessario un cambiamento anche della politica, altra componente forse (forse?) ancora più lenta.

Chi può aiutarli? Gli uomini del diritto, la filosofia del diritto, i sociologi del diritto. Queste categorie infatti hanno un passo uguale a quello del tecnologia, anzi sono più avanti, in quanto ne studiano gli effetti futuri della società. È nella convergenza e interazione positiva fra queste realtà, e nel reciproco apporto di esperienza e conoscenza, la strada che può portare a un equilibrio dei diversi tempi, in modo che le normative si possano tenere il passo della tecnologia.

L’impatto sul rapporto fra clienti e Reti

C’è ancora del tempo. Attualmente l’industria è concentrata in innovare la parte produzione: ma poi arriverà l’innovazione relativa alla vendita dei prodotti e servizi finanziari, e quindi coinvolgerà direttamente il consumatore, il cliente finale. La vendita, la distribuzione, il modo di comprare e vendere un prodotto finanziari cambierà completamente. Diciamo che lo possiamo sintetizzare in disintermediazione finanziaria. Qui i regulator  devono intervenire subito, in modo incisivo e con massima attenzione, perché si parla di tutela del risparmio; ma passando dall’approccio “non si può fare”, a quello del “ce la puoi fare”. E secondo principi e regole tali che consentano ai risparmiatori di comprare prodotti finanziari nella modalità digital e nel contempo tutelandoli da operatori fuori controllo

La disintermediazione è l’inevitabile cambiamento della modalità di vendita, ma deve significare non l’assenza di soggetti vigilati, ma la presenza dell’intermediario finanziario, sia pur impercettibile date le nuove modalità.

disintermediazione significherà un unicum tra intermediario e tecnologia

Di fatto la disintermediazione significherà quindi un unicum tra intermediario e tecnologia, il che nella pratica per il risparmiatore si tradurrà ad esempio in una semplice app, ma con dietro un soggetto vigilato.

I futuri leader del settore finanziario saranno quello che sapranno innovare la modalità di vendita secondo questo principio.

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