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La cyberwarfinance, questo sarà il vero campo di battaglia

Non c’è giorno che passi senza che i vecchi stanchi stati nazionalisti, di carne e acciaio, si rendano conto di aver sottovalutato la forza delle piattaforme digitali, e vaghino a tentoni cercando di riaffermare il proprio potere contro i nuovi stati fatti di bit e di scambi.

I vecchi stati-nazione, basati sulla comune appartenenza territoriale dei suoi membri, sono destinati alla disintegrazione in entità politiche sempre meno significanti, sostituite dai nuovi digital-stati, i cui abitanti sono gli utenti, indipendentemente quindi dal territorio in cui vivono. Le relazioni, sia tra gli abitanti-utenti dello stesso digital-stato che tra i digital-stati stessi, avvengono a forza di bit, e quindi con la generazione di big data. Nel nuovo mondo non conterà tanto la produzione di beni fisici, quanto piùil controllo, la gestione, l’uso dei big data, dei quali ogni anno viene generata una quantità pari al doppio di tutti quelli prodotti negli anni precedenti. Il petrolio del nuovo mondo sono le transazioni che avverranno sempre in numero maggiore sulle piattaforme: il potere sarà quindi nelle mani di chi controllerà queste transazioni.

E quali sono le transazioni più importanti per quantità che per qualità se non quelle finanziarie ?

 

Sia va sempre più verso una disintermediazione finanziaria, come la chiamano i regulator dei vecchi stati, ma è meglio abituarsi chiamarla di già da subito con un nome più appropriato, ovvero cyberintermediazione. Con la crescita delle valute digitali (cryptovalute), si avrà come primo effetto la fine del sistema bancario tradizionale, in quanto tutti i cittadini – ops! gli utenti – , depositeranno direttamente i loro depositi (digitali) presso banche centrali.

Questa è solo la prima fase, che segnerà la fine del sistema bancario tradizionale basato sul rapporto banche e banca centrale: una fase di transizione in cui il potere finanziario rimane comunque ancora in mano alle banche centrali, emanazione degli stati-nazione, che continueranno a controllare il sistema dei pagamenti e finanziario.

Questa fase si basa però sull’assunto che gli utenti useranno le valute digitali emesse dalle banche centrali: quando i digital-stati emetteranno le loro valute digitali, e queste saranno preferite e usate dai loro abitanti più di quelle delle banche centrali, allora sarà scacco matto! I depositi saranno direttamente presso i digital-stati, mettendo fuori gioco le banche centrali, e quindi sarà la fine definitiva del vecchio stato-nazione che a quel punto avrà perso anche l’ultima arma finanziaria.

Le armi della cyberfinance saranno a questo punto in mano ai nuovi digital-stati, dal cui confronto e scontro si decideranno i futuri poteri geopolitici- o forse meglio dire digital-politici.

Come ogni tipo di stato, anche quelli digital, hanno la vocazione all’espansione,  sia verso l’esterno (verso gli altri stati), che verso l’interno – ovvero acquistando sempre più potere sui propri abitanti-utenti. Saranno stati fluidi e non statici, con una espansione-contrazione senza limiti di continuità, la cui risorsa principe saranno i Big Data finanziari . Ogni tipo di stato si basa sul principio di autorità, cioè di una intelligenza di tipo superiore: se negli stati tradizionali è spesso coincisa con quella di tipo religiosa, nel digital-stato questa intelligenza superiore è quella artificiale che governa i Big Data Finanziari.

Il campo di battaglia , di forza, è e sarà sempre di più quello cyberwarfinance, le cui armi e munizioni saranno i big data finanziari. In questo campo si giocheranno le varie partite della geopolitica globale, senza esclusione di colpi.

 

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